FEDERICA VALABREGA

-- TEXT IS IN ITALIAN -- Il prurito dei san pietrini sotto i piedi fa sempre lo stesso effetto di scomodità e piacere allo stesso tempo, di vecchio e di nuovo, di passato e futuro insieme. Le Ottobrate Romane non sono mai state cosi` belle ed il Tevere e` già in piena, rigoglioso e verde intenso come non lo avevo mai visto. Tutt'attorno c'e` un silenzio che accompagna le mie corsette mattutine e che fa venir voglia quasi di urlare ogni tanto e di invocare alla nostra Roma dell'ormai lontano Febbraio 2020. Poi pero` mi calmo, riprendo fiato e rifletto che in fin dei conti, Roma così silenziosa, tranquilla e quasi ordinata, è uno spettacolo mozzafiato e sconosciuto e che vale la pena esplorare e capire e ricordare, perche ci mancherà non appena tutto tornerà ad una parvenza di semi-normalità. Rimpiangeremo questo silenzio immenso che trattiene in sè sia una bellezza devastante che un dolore ancora indescrivibile e che sarà difficile spiegare ai posteri. Passano mesi, un anno, un anno e mezzo ed io continuo a scattare questa Roma che da inquieta è diventata silente, ma che piano pianino vorrebbe tornare roboante. Intanto io giro e rigiro cercando radici piantate decenni fa che ormai sono altro che divelte dal tempo, ma forse, con tutto questo silenzio saranno più facili da ripiantare, forse reggeranno più a lungo e non si spezzeranno tanto facilmente... o che alla fine potrebbero semplicemente rinascere nuove e diverse e magari anche dar frutto a germogli migliori, o solo diversi. Allora, smetto di cercare dove conosco e inizio a perdermi nel caos ripristinato di una Roma mai vista: Furio Camillo, Torpignattare, Centocelle, Casilino, Via del Portonaccio, Tor bella Monaca conoscendo persone, luoghi, rovine trovando la pace al di fuori del battuto e per anni immortalato terreno natio. Mi imbatto appositamente nello stesso silenzio e calma imposti che avevo voluto fotografare all'inizio e che continuano ad attrarmi ancora ora. Perchè il ritmo che il mondo ha assunto in questo frangente di vita spezzata da un virus infame, è più normale, più umano e forse migliore per capire che c'è altro oltre la vita irrequieta incentrata solo sul lavoro. Ecco io desidero continuare a vedere il tempo lento, quello che passa e noi ce ne accorgiamo e ce lo godiamo. Non ho intenzione di fuggire in impicchiata come ho sempre fatto, perdendomi tutto del contorno, delle sfumature, dei dettagli. Voglio camminare e fotografare quello che ho attorno come le tartarughe.

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